Ho sempre provato attrazione e paura al tempo stesso per l’utilizzo di certe icone…

penso a tutti quei volti resi famosi spesso in primis per esser tali, piuttosto rispetto a ciò che le loro menti hanno elaborato e creato. Il mercato è fatto di numeri e noi persone, che lo formiamo, tendiamo a cancellare i percorsi di certi “individui illuminati” ma pur sempre mortali, a vantaggio dell’immagine. Il confine spesso è labile, sottile e la mercificazione  ad un passo. David Bowie per me è bibbia, è Dio. Ho solo giocato con i suoi occhi, slanciato le sue unghie, usato un tocco di “Glam” che servirebbe anche in politica al mondo d’oggi. Parrebbe molto più vero rispetto a tante maschere pudiche. In sintesi quindi, solo uno dei miei tanti omaggi, in questo caso materico, a David Robert Jones, che naviga spesso dentro alle mie giornate, come colonna sonora di giornate presenti, o di tempi che furono. E lui che continua ad esserci… dannatamente superbo.

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