FOTOSCIÒP


 
FotosciòpFLYER
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Luigi piace esprimersi. E gli piace farlo su più fronti, su più livelli, perché per lui la vita è piena di cose incredibilmente belle ma è troppo cattiva e democratica per non viversi il presente. A Luigi piacciono le immagini, le icone della musica, del cinema, dello sport, e gli piace ritagliarle queste icone in alcuni frammenti, quando le trova belle e lo colpiscono. A Luigi piacciono le cartoline di epoche passate, i magazzini colmi di chincaglierie, le scatole di latta porta preziosi e le cornici bucate e mangiate dai tarli. A Luigi piace la storia e tutto quello che può imparare da questa. A Luigi piace chi osa e s’ inventa un modo di vivere non dettato da altri. A Luigi non piace sempre l’ ufficialità delle cose, e non sempre ci crede. A Luigi non piace chi non si volta mai indietro e non mette niente in discussione. A Luigi piacciono tanto le parole a braccetto con i fatti. A Luigi non piacciono solo le parole, e nemmeno le persone che chiedono ai fotografi come prima cosa di cancellare le rughe e le imperfezioni sul proprio viso. A Luigi piacciono i filmati con i colori sbiaditi, imperfetti, i calciatori con le divise di lana attillate, i pantaloncini corti e stretti. A Luigi piace il bianco e nero, ma non eccessivamente, senza esagerare, e poi i grigi sono stupendi. A Luigi piacciono le istantanee che gli suscitano qualcosa dentro, e non è detto che fugga da quello che gli arreca paura. A Luigi piacciono gli atti insubordinati che smuovono le coscienze, e le follie che non sono fini a se stesse. A Luigi non piace il cannibalismo e la mercificazione che viene attuata verso certe figure divenute famose, e nemmeno chi non si fa mai delle domande rispetto alle informazioni che ci vengono propinate, al cibo che compriamo, a quello che indossiamo, al significato delle scritte su una t-shirt, o a quello che passano alla televisione. A Luigi piace l’odore della ferramenta quando varca la soglia, quel mondo a disposizione, così vasto e sconfinato, a portata del mondo maschile, e sogna da una vita di allestire un garage con dentro tutti gli attrezzi ordinati, proprio come quelli di tanti “vecchietti” che vede per le strade che gira. Luigi invidia positivamente quegli anziani. A Luigi piacciono tanto i film, i vinili e l’odore dei cd appena scartati. A Luigi piace condividere con le persone e non “Condividi”. A Luigi piace chi gli da maggiori possibilità rispetto a “Mi piace” o “Non mi piace più”. A Luigi piacciono gli idoli che piangono sinceramente, quelli che sanno perdere o uscire di scena in silenzio. A Luigi non piacciono le fotografie perfette e super ritoccate o le copertine delle riviste patinate e nemmeno i cellulari usati come fotocamere ai concerti, con i primi tre minuti dove non vede mai come vorrebbe l’inizio. A Luigi piace la musica, che è la colonna sonora della sua vita, e non potrebbe vivere senza. A Luigi piace la vernice sulle mani, da lavare in acqua tiepida, i nastri isolanti di tanti colori diversi e la colla da staccare sui polpastrelli come quando andava alle elementari. A Luigi piace “fotoscioppare” e sporcare un pochino questa ricerca di perfezione che attanaglia un po’ tutti, lui in prima persona talvolta. A Luigi piacciono le cose belle, ma anche la decadenza. A Luigi non piace la convenzionalità a tutti i costi, e nemmeno la facciata o il finto buonismo. A Luigi piace scarabocchiare, martellare un chiodo sul legno e sentire che entra dentro, gli piacciono le camerine piene di cose attaccate ai muri, sugli armadi, dove si capisce molto senza parole superflue, i libri da leggere dentro il letto, o quelli ingialliti dagli anni che arredano gli spazi di una casa. A Luigi non piacciono i luoghi asettici o privi di identità. A Luigi piacciono i bidoni della spazzatura con i resti di una casa ammassati da una parte, oppure gli oggetti buttati, che possono essere amati ancora da qualcuno. A Luigi non piace il consumismo e nemmeno la velocità. A Luigi piace la poesia, ma anche uno schiaffo reale sotto forma di verità. A Luigi piace l’ equilibrio, la razionalità al servizio dell’ istintività. Gli piacciono quei cinque minuti dove compie un “gesto d’ arte” e si ritrova ad emozionarsi riguardandolo e chiedendosi come sia stato possibile che l’ abbia fatto proprio lui. A Luigi piacciono molto i dettagli. A Luigi non piace perdersi troppo, ma trovarsi sempre un pezzo in più.

A Luigi sarebbe piaciuto che oltre ad insegnargli come stare al mondo e diventare adulto, i suoi genitori gli avessero detto come giocare un poco con la vita. Ma questo è l’unico rimprovero che ha da confidar loro. Luigi va in garage a “recuperare” questo concetto e da autodidatta sperimenta una parte di sé che gli mancava………….

RINGRAZIAMENTI

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Mauro Papa, perché sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico, quindi guardiamo con questa seconda possibilità che mi viene data come va a finire. Al Perez, il “mio” Erri De Luca in cucina, le sue proposte e tanto altro con la montatura degli occhiali, sempre in prima linea. A Simonetta Grechi, che vorrei clonare o “zippare”, portandola appresso per i momenti dove serve serietà con i capelli biondi. A Marco Anselmi…basta un minuto nella vita, figurati un’ ora…… A Irene Papini in special modo e alla sua famiglia, perché giocare bisogna e io volevo. A Valentina Calosci e Alessio Cech perché so che ci sono, mi sostengono, e mi fanno delle grafiche per i biglietti che spaccano. A Giuseppe de L’ Arte Intorno di Via Sauro, il mio corniciaio magico. Ad Antonio Barbieri, che ha reso possibili con il metallo, l’acciaio e le mani, le mie idee liquide. A Luigi Zannetti, che ha riportato in video un percorso celebrale girato nella mia sala proiezione mentale e scattato per il catalogo che spero di stampare in tempo questa volta. Allo Schulz che ha praticità e conoscenze in materia di molto, direttamente proporzionali al suo cuore: credi di più in te. Grazie a Lapo Simeoni e Luca Grechi, per i consigli utili mentre un piatto di pasta improponibile era la nostra buona cena. Ad Antonio Blanchard, perché il suo negozio è una delle migliori gallerie d’arte che offre alla città. Grazie al Maestro Cioni e all’ istituzionale Beligni, perché è una questione di qualità, a Luca Corsi e Giuseppe Annunziata (Savage), due fratelli. A Laura Bambi, alla sua passione, alle sue giunture e ai suoi arti snodabili che continuano negli anni. A Corrado Nuccini e a Emidio Clementi, perché per me è un sogno concreto se apro gli occhi e ascolto con le orecchie. Siete qui: allora è tutto vero? Grazie agli sponsor che sono amici prima che ditte e che mi hanno dato una mano per questo evento….Arianna, Cristiana e Mizio. Grazie a tutto il fermento creativo che c’è a Grosseto, a chi cerca di migliorare questa città e ci prova, e non a chi la svilisce e la critica solamente, scordandosi che non ha entità fisica, ma è fatta di persone, e tutte le volte che si nomina un posto si innalza o si offende la gente che lo abita….come se dire Grosseto è triste, morta, servisse a qualcosa poi……state a casa vostra più tempo che potete, ci fate un favore. Grazie a Cristiana Contatore, perché non mi vergogno a ringraziare la mia psicologa da quasi due anni………un percorso che dovrebbe essere reso statale, maggiormente accessibile mi permetto di dire, al servizio di tutti, affinchè diventi cultura e non differenza o stranezza. Grazie ai dischi e ai cd con i ringraziamenti dentro, dove mi perdo e trovo spunti e informazioni più utili dei telegiornali. Grazie al “Favoloso mondo di Amelie” perché è una pellicola che tutti dovrebbero avere in casa, perché mi riconcilia con la vita (che per me ha quel senso lì) e perché mi ha dato lo spunto per spiegare meglio questo lavoro con le parole.

Alla mia famiglia allargata, vi amo e ci sono.