Fascinazione e distacco …
… anche a questo penso tra le innumerevoli cose, se guardo cosa mi suscita uno come Charles Bukowski. Certi soggetti producono troppo, tanto, eccessivamente sviluppano emozioni, sensazioni contrapposte, medaglie a quattro facce e non solo a due. Va riconosciuta a prescindere l’importanza di taluni demoni, non solo per la sfacciataggine, per la temeraria e tosta ostinazione di aver aperto nuove prospettive e nuovi scenari linguistici in tempi in cui la censura era quasi la bocca principale cucita sulle labbra dei più: uno come Charles, ha dato forza, rinvigorito, incoraggiato, ringalluzzito chiunque non accettasse tacite convenzioni ( seppur vivendole in sordina ). Meriti che a distanza di decenni e decenni, non vanno vanificati; la letteratura odierna, la scrittura attuale, quella più spinta, oramai lecita e apprezzata dai più, non può prescindere dall’opera dello scrittore americano, ma tedesco di nascita. E’ pur vero che, per quanto detto e espresso sopra ( credo e confermo sia Bibbia ), allo stesso modo reputo che, per vivere certe condizioni, vi siano delle inclinazioni non comprabili alla Standa, attitudini non per tutti diciamo. Ci vuole il fisico, forse meglio il fegato, pelo sullo stomaco e una dose importante di pazzia, per gestire certi sali-scendi dettati dagli inevitabili vuoti di un’esistenza assai frenetica. Al pari di una rock star, di un’icona o di una musa sempre sotto ai riflettori, con ore e ore di trucco, specchio e telecamere accese sul viso ad inquadrare e sezionare musi che diventano mercificazione per forza di cose. La velocità è per pochi, in molti staccano il piede dal pedale dell’acceleratore, salvandosi dall’imminente schianto. Questo lavoro, composto da acrilici volutamente distorti, frattaglie intestinali e provocazioni verbali, va a chi doveva andare: a quell’Alessandro che vive quasi sempre a quel modo, sbattendo e spiattellando in faccia a chiunque capiti, l’essenza cruda del suo esistere. In quel podere spero andrà la mia “fatica”, lo stesso dove anni addietro lo immortalai con un bicchiere di vino rosso in mano, la sigaretta nell’altra e una foto di quel fottuto di Charles al muro.